Scilla Santoro Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese

Sono passati quattro anni dall’uscita in sala di questa fortunata commedia che vantavantare/vantarsivanta numerosi remakeil remake (m)remake. Per il suo regista Paolo Genovese e per tutto il castil cast (m)il cast, “Perfetti sconosciuti” è stato un enorme successo, i cui echil’eco (m)echi si sono sparsispargersisi sono sparsi in tutto il globo. (...) Una commedia che pone al centroporre al centropone al centro una riflessione sui rapporti umani e su temi rilevantirilevanterilevanti della nostra società. Tutti gli ingredientil'ingrediente (m)ingredienti presenti in “Perfetti sconosciuti”, opportunamenteopportunamenteopportunamente mischiati, ne hanno determinato il successo.

“Perfetti sconosciuti”, un finefinefine lavoro di sceneggiatura

Il soggetto del regista Paolo Genovese si basa sul gioco della veritàgioco della veritàgioco della verità, modernizzato con un oggetto che è onnipresenteonnipresenteonnipresente nelle nostre vite: il cellulare - definito in un’ormaiormaiormai famosa battutala battuta (f)battuta del film “la scatola nera della nostra vita”. Dunque, una sera sette amici si ritrovano a cena e decidono di mettere sul tavolo i loro cellulari. Da quel momento in poi, qualsiasi messaggio o chiamata che arriverà saranno letti o ascoltati da tutti. Niente segreti, dal momento che i commensaliil commensale (m)i commensali dicono di non averne. La serata, però, si rivela presto più difficile del previsto e pian piano gli amici scoprono di essere in realtà dei perfetti sconosciuti.

Attorno al tavolo si riuniscono tre coppie: Carlotta, Anna Foglietta, e Lele, Valerio Mastandrea; Bianca, Alba Rohrwacher, e Cosimo, Edoardo Leo; Eva, Kasia Smutniak e Rocco, Marco Giallini. Assieme all’amico Beppe, Giuseppe Battiston. È facile prevedere che si parlerà di amore e di tradimento, ma il film non si riduce a un meromeromero “gioco delle coppie” come potrebbe sembrare a un primo sguardo. (...) Al suo interno sono racchiusi tantissimi temi: si parla di valore dell’amicizia, di sincerità e menzognala menzogna (f)menzogna, di ipocrisia e cattiveria, di responsabilità e senso di colpa, di coraggio e vigliaccheriala vigliaccheria (f)vigliaccheria, ma anche di omosessualità e di educazione dei figli. La riflessione sul ruolo delle tecnologie all’interno delle nostre vite altro non è che un pretesto per affrontare temi universali e senza tempo. (...)

È inoltre particolarmente difficile rendere vivacevivacevivace un film ambientatoambientatoambientato tutto in internil’interno (m)interni, attorno a un tavolo, durante una cena. Bisogna appunto essere bravi a mantenere viva l’attenzione, altrimenti si rischia la noia. “Perfetti sconosciuti” è un film molto parlato, teatrale e nei film di parole la soliditàla solidità (f)la solidità della sceneggiatura, la cura nella scrittura dei dialoghi rivestonorivestirerivestono una grande importanza. (...) Dunque pienamente giustificati i premi alla sceneggiatura ricevuti dai suoi autori: assieme al regista Paolo Genovese, Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini e Rolando Ravello. “Perfetti sconosciuti” non stanca proprio perché i suoi scambilo scambio (m) di parolescambi sono brillanti, c’è intelligenza, ironia, disincantoil disincanto (m)disincanto. Tutto si incastraincastrarsisi incastra al meglio tenendo incollatoincollatoincollato lo spettatore alla storia.

1 Źródło: Scilla Santoro, Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, oprac. Justyna Groblińska, [na podstawie:] Scilla Santoro, https://www.cinefilos.it/tutto%E2%80%93film/approfondimenti/perfetti%E2%80%93sconosciuti%E2%80%93film%E2%80%93457622 [dostęp 17.08.2022], licencja: CC BY-SA 3.0. Tekst skrócony i zmodyfikowany.